È curioso notare la quantità di persone che, scrivendo la recensione
di un libro, si dilungano sull'insopportabilità e/o immoralità dei
personaggi e trattano le loro antipatie personali e la loro delicatezza
di stomaco alla stregua di valide motivazioni per sostenere che un libro
non è un buon libro.
Desidero moltissimo che a queste persone sia
impedito di leggere, definitivamente.
Inoltre, la frequenza di tali scritti in
un’epoca e in una regione geografica in cui l’istruzione superiore è una
faccenda mainstream mi fa periodicamente formulare la seguente
considerazione: quelli che fanno irruzione nelle scuole armati di
mitra e aprono un fuoco indiscriminato su colleghi e docenti avranno le loro buone ragioni;
certo, difetta loro un impegno, che a mio parere sarebbe opportuno, nel senso di
una qualche selettività della punizione. Dubito, in ogni caso, che una
accurata selezione apporterebbe differenze rilevanti alla conta dei
caduti.
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