lunedì 10 giugno 2013

Sulle recensioni di Anobii

È curioso notare la quantità di persone che, scrivendo la recensione di un libro, si dilungano sull'insopportabilità e/o immoralità dei personaggi e trattano le loro antipatie personali e la loro delicatezza di stomaco alla stregua di valide motivazioni per sostenere che un libro non è un buon libro. 
Desidero moltissimo che a queste persone sia impedito di leggere, definitivamente.
Inoltre, la frequenza di tali scritti in un’epoca e in una regione geografica in cui l’istruzione superiore è una faccenda mainstream mi fa periodicamente formulare la seguente considerazione: quelli che fanno irruzione nelle scuole armati di mitra e aprono un fuoco indiscriminato su colleghi e docenti avranno le loro buone ragioni; certo, difetta loro un impegno, che a mio parere sarebbe opportuno, nel senso di una qualche selettività della punizione. Dubito, in ogni caso, che una accurata selezione apporterebbe differenze rilevanti alla conta dei caduti.

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